Inizia il viaggio
Nell'estate 2005 Repubblica sul suo sito indice un concorso letterario per i lettori. C'era da scrivere un mini articolo di 1600 caratteri con il racconto delle proprie vacanze. Ai vincitori sarebbe andato un premio, non ricordo quale, inoltre il pezzo, oltre che ad apparire online sul sito, sarebbe stato anche pubblicato su carta nell'inserto viaggi. Decisi di partecipare e lo feci con questo pezzo:
Il concorso
Viaggiatore è colui per il quale il viaggio è più una scelta che non una banale parentesi da se stesso, non ha dettagli sul suo rientro, se mai avverrà. Io invece ero decisamente turista il giorno della partenza da Orio per Valencia, tutto era pianificato minutamente: il volo, il noleggio dell’auto, gli alberghi, il ritorno. Valencia passò in fretta: la ricerca affannosa dell’albergo per gli stradoni palmati della città, un giro per il suo centro storico dal fascino losco e decadente in contrasto con il suo moderno sontuoso e scintillante e via.
il centro di Valencia
La mia destinazione era Alicante, nel mezzo della Costa Blanca. D'istinto mi impressionò la selva di cemento che la sommerge, allo scopo di dar dimora ad orde di turisti nordici. Temetti di essere giunto in una sorta di Scalea dell’Europa unita.
Avrei rivisto Ala. Incontro in chat, il primo appuntamento, il colpo di fulmine, poi una travagliatissima interruzione ed infine il ricongiungimento. Avendo ottenuto un posto in una istituzione comunitaria lei lì ci andava per viverci ed io per darle una mano nel trasloco.
Ad Alicante ci sono rimasto per due settimane. Via via ho imparato ad apprezzala per il suo stile di vita tanto mediterraneo dove tutto ricorda il meridione Italiano; gusti, sapori, odori, ritmi. Eppure dove tutto è un po’ meno meridionale, dove il moderno è arrivato e dove il futuro non fa paura. Provo invidia per Ala. Nel suo ufficio si comunica in sei lingue diverse, abita in un trilocale nuovo di zecca con garage ed accesso in piscina, con un fitto che non basterebbe per il più fatiscente dei monolocali nel più decrepito dei sobborghi milanesi. Qua a vivere ci verrei volentieri. Dovrò limitarmi ad inventare qualche scusa per rubare un’altra settimana al grigiore padano.
[Settembre 2005]
Non solo non vinsi, e c'era d'aspettarlo, non solo il pezzo non fu mai mostrato sul sito, e può capitare, ma fu l'intero concorso a svanire nel nulla: non ci furono vinti e non ci furono vincitori e di pubblicazione neanche a parlarne. Un bel giorno il link scomparve dal sito e non se ne seppe più niente. A conti fatti è stato meglio così dato che posso ora riciclarlo per il post inaugurale del blog, alla stregua di un profumo ricevuto a Natale.
Una notizia sgradita
Alicante, vista dal Castillo
Lavoravo da cinque a Milano per un colosso della consulenza informatica ma avevo saputo appena prima di partire che avevano deciso di farmi rientrare nell'ufficio d'appartenenza a Napoli. Ci avevo messo tantissimo a riuscire a farmi piacere qualcosa di Milano e a mala pena c'ero riuscito quando seppi del rientro. Non mi chiesero alcun parere. Per carità! non ne erano tenuti. Ci sono clausole contrattuali, di quelle che si firmano il primo giorno, che lo consentono. Né si presero la briga di dirmelo: lo seppi grazie di un pettegolezzo di corridoio e, a conti fatti, mi era andata anche bene. Alcuni, meno fortunati di me, notizie di questo tipo le hanno apprese alle 5 di un venerdì per il lunedì successivo. Possono farlo, i contratti lo consentono.
Iniziano le vacanze
Il giorno della partenza per le vacanze il biglietto per il ritorno ce l'avevo in tasca. Avevo anche la speranza, una sorta di illusione recondita, che accadesse qualcosa di inatteso, che non sarei neanche riuscito a descrivere, per cui ad un certo punto quel biglietto avrei potuto gettarlo nel primo cestino a disposizione.
Alicante, centro
Ma non successe. Turista ero e turista rimasi. Ma come spesso accade nella vita una necessità, una intenzione, una esigenza si manifesta in forme annebbiate ed indistinte. Percepisci un malessere ma non sai bene cos'è. Cerchi di fare qualcosa ma il tuo agire ti sembra caotico e scriteriato. Poi tutto si delinea in forma più chiara e distinta, come se la sequenza di azioni confuse assumesse, tutto ad un tratto, una specie di coerenza postuma.
Di fatto quella gita era stata la prima tappa. Non lo sapevo ma il mio percorso attraverso la lingua Spagnola, le sue lusinghe e le sue infide trappole, era cominciato proprio allora. Come pure era cominciato il viaggio negli umori e nella realtà del paese reale di cui quella lingua è, per certi versi, il portale di accesso.
Il cambio è maturo
Alicante, Palmeral
Senza essermene accorto, mi era entrata in circolo l'idea di dover partire e per davvero.
Io ero turista per necessità come Ala viaggiatrice controvoglia. Per lei il trasferimento in Spagna era stato un tuffo nell'acqua gelata. Risentì dell'impatto con la cultura latina. Mi voleva con lei ed iniziò ad insistere sin dal primo giorno. Finché un bel giorno non riuscì a sfondare una porta in attesa solo di essere sfondata.
L'anno in sede a Napoli finì per essere un lungo periodo di preparazione. Nord e sud in azienda pari sono e la lettera di dimissioni, chiusa per molto tempo in un cassetto in attesa di essere spedita, partì anch'essa per il suo viaggio.
Venne così il momento di preparare una nuova valigia, non troppo piena, impacchettare il portatile e partire, senza biglietto di ritorno.
Ora posso osservare con abbondanza di tempo, e provare a cogliere le infinite sfumature di una società. Non ho più i minuti contingentati e l'assillo di un aereo da pigliare né foto digitali di monumenti e spiagge, da mostrare nelle scocciate serate post-ferie tra amici. Ora posso provare a cogliere il sentire della nazione e a respirarne lo spirito.