Il ritorno ad Itaca
Oggi ritorno a casa . Ho una prenotazione Ryanair da Alicante per Pisa, comprata mesi fa. Alicante ha un aereoporto nuovo di zecca, enorme in rapporto al comprensorio e che funge da collettore di turisti low cost da tutto il Nord Europa. Per l'Italia c'è sono la tratta per Pisa.
Pisa, torre
Il volo fila via liscio e Pisa passa senza danno. Non importa che per comprare il biglietto di un euro per la stazione Centrale devi fare la stessa fila di chi farsi rimborsare un biglietto che il nonno gli ha lasciato in eredità sei anni prima. Il binario per la centrale è appena fuori l'entrata, la navetta arriva in orario. Due ferrovieri inveiscono paonazzi contro la folla che ostruisce l'uscita. Sono stranieri al 90% ma non se la prendono più di tanto. Chi viene in Italia sarà a conoscenza del fatto che anche il più piccolo dei poteri viene esercitato con piglio Feudale, fa parte anche questo del colore locale. E' l'affermazione successiva, successiva pronunciata più a bassa voce, che fa invece scalpore: “...con tutte le carrozze che ci sono..” . Tutte le carrozze che ci sono?? Ma se pare il treno dei Puffi? un po meno colorato e scintillante, ma con molta più decadente ruggine stile bei tempi andati. Da parte mia adoro questa littorina da vecchia Italia anni cinquanta: mi ricorda i viaggetti abusivi adolescenziali verso Salerno nei giorni di interrogazione e l'affetto è ripagato: parte ed arriva in orario. Gallina vecchia stavolta fa buon brodo.
Il girone di Ciampino
Adesso però mi toccano sette ore in treno. In passato ho spesso preso il Valencia-Ciampino ma a conti fatti il viaggio da Pisa a Roma equivale a quello da Alicante a Valencia. E poi evito quell'autentico girone Dantesco che è Ciampino. Quanto arrivi a Ciampino da un paese decentemente efficiente, come oggi è La Spagna, realizzi di essere di nuovo in Italia. L'avventura comincia con il recupero dei bagagli. L'altra volta lo stanzone con i rulli di restituzione era stracolmo di gente anche qui per lo più stranieri. Comparve il volo su uno degli schermi, indicava la pista numero uno. Poi il computer cambiò idea, adesso la pista era la terza. C'erano altri tre voli in attesa di restituzione ed il computer continuava a cambiare le carte in tavola. Orde di persone iniziarono a muoversi in confusione da un lato all'altro dello stanzone. Al centro della sala c'era un gabbiotto, la porta era aperta, computers e documenti non presidiati, nessuno a cui chiedere alcunchè. Passa altro tempo, suona la sirena, il rullo si avvia, fa uno strappo e si ferma di botto. Una volta, due, tre il tutto per 75 minuti, un'ora e un quarto.
Folclore Romano
Recuperata la borsa ora dovevo arrivare a Roma Termini. C'è un vettore privato che fa da navetta costa, otto euro, moltissimo per un aereoporto che sta al bordo della città ma meno di un esosissimo taxi Romano. Ufficialmente c'è un torpedone ogni mezzora, di fatto non partono finché l'autobus non è sufficientemente pieno. Uno degli addetti riceve ordine di tergiversare, l'autobus è vuoto. Bisogna attendere i passeggeri dei voli successivi, una nuova infornata di disgraziati dentro ad usufruire della nuova sessione gratuita di balli di gruppo tra un rullo e l'altro gentilmente offerta da Aereoporti Romani. Temevo Roma e le sue inefficienze, avevo calcolato tre ore di tempo tra atterraggio e treno per il sud e rischiavo lo stesso di perderlo, ero paonazzo per lo sdegno ma ero l'unico. Gli altri, principalmente turisti, erano invece sorridenti e paciosi, con l'espressione compiaciuta di colui a cui i fatti stanno dando ragione e non dovrà prendersi la briga di mettere in discussione neanche il più truce dei suoi pregiudizi, felice di aver qualcosa da raccontare agli amici al rientro sullo sfacelo Italico. Volete sapere come è andata a finire? Lieto fine. Il treno sono riuscito a prenderlo all'ultimo istante: era in ritardo di venti minuti.
viva i mezzi pubblici
All'andata avevo scelto, come pubblicità consiglia, il trasporto urbano (metro fino all'Anagnina e da lì bus per Ciampino) rischiando manco a dirlo di arrivare tardi anche questa volta. Saltò una corsa e per un ora non passò niente. Quando arrivò il bus mancavano, 90 minuti alla partenza. Ci vorrebbero cinque minuti per l'aereoporto ma il tragitto non è diretto, col traffico può durare tre quarti d'ora. Finalmente il bus arrivò, l'autista si mise a vendere i biglietti con lentezza esasperante, qualcuno gli domandò quanto ci poteva volere per Ciampino; “De norma tre quarti d'ora ma co tutti sti biglietti da fà nu lo so se glia famo....”. Non ci voleva Einstein per capire che anche quella partenza era di nuovo a rischio. C'erano stranieri, stavolta meno tolleranti verso questa nuova esibizione di folclore Romano. Iniziarono a volare gli insulti. Quello scrollò le spalle “Ditelo all'azienda”. C'erano delle Spagnole, deciserò di prendere il taxi e mi aggregai.
Amo Trenitalia
Roma è l'unico posto che mi venga in mente dove non c'è servizio pubblico di collegamento tra stazione e l'aereoporto, c'è ovviamente ad Alicante (un euro), c'è a Milano (sempre un euro), ma c'è anche a Napoli, e guarda un pò funziona. A Roma se ne sono dimenticati, nonostante ci sia Veltroni: si dice sia bravissimo, pare che non ci sia sindaco migliore. Ma che allora si svegliasse! La cultura, il cinema, le fiaccolate, sono cose belle ed importanti ma forse i collegamenti affidabili con gli areoporti, per una amministrazione ovviamente, lo sono di più. Certo c'è una accrocchio di mafie e mafiette che è preferibile non fa incazzare, che è meglio avere dalla propria parte. Eppure ci può provare e magari, tra un comizio ed un talk show, trovare il tempo per fare uno sforzo di fantasia, perché con un biglietto da visita di questo genere per il paese e per la capitale c'è veramente da vergognarsi come ladri.
Bienvenido a Italia
Rimane il mio viaggio da Pisa. Senza fine. C'è un giovane di Nocera. Ce l'ha con le ferrovie. A suo dire la privatizzazione è stata un disastro: dal 2001 il biglietto da Pisa è passato da 35mila lire a 37 euro, più del doppio e nonostante questo tutto funziona peggio se mai possibile. Ovviamente si: il treno è sei anni più vecchio, sei anni più logoro, sei anni più lercio. Se Poirot avesse dovuto risolvere un caso qui anziché sull'Orient Express si sarebbe impiccato alla pensilina del binario 14 per la quantità di materiale genetico in eccesso sulle tapezzerie lasciato da tre generazioni di pendolari. Da Napoli in poi inizia ad andare a passo d'uomo, giusto per farmi agognare un tantinello in più il momento dell'arrivo e ricordarmi una delle ragioni per cui ora sono in Spagna.