Conversare con i nativi
La paura di parlare con persone di madrelingua è uno degli ostacoli più grandi che si trova a dover superare chi studia una lingua. Raramente si sa tutto quello che si vorrebbe, ci si rende conto di avere pecche e difetti e che saranno immediatamente percepiti e valutati dal nostro interlocutore nativo. Ed è qui che scatta la trappola. Si opta per un atteggiamento più prudente, si parla solo se interpellati, si rinvia tutto alla prossima occasione dove però non cambierà molto. Invece quello che realmente bisognerebbe fare è cercare di vincere ogni ritrosia e conversare con i nativi ogni volta che si può. Per alcune buone ragioni che provo ad elencare.
Si inizia a comprendere che lo Spagnolo è tutt'altro che facile. Forse non sarà complesso come l'Ungherese però non è nemmeno la passeggiata che normalmente si tende a credere che fosse. Una bella conversazione in una comitiva di nativi a velocità normale aiuterà a togliersi ogni dubbio a riguardo, una volta e per tutte.
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Non si impara a conversare tramite auto-apprendimento. E' lo skill più difficile da conseguire ed è l'unico che non si può auto apprendere, cioè essere in grado di saper comunicare più o meno correttamente tutto, proprio tutto, quello che ci passa per la mente senza dover fare rinunce. E' la linea di demarcazione tra il conoscere ed il non conoscere una lingua. E lo si acquisisce solo con moltissima partica.
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Per apprendere è necessario commettere errori. Si sa, che dopo aver fallito un esame, l'argomento che si conoscerà meglio la volta dopo è quello su cui non si è stati in grado di rispondere la volta precedente. Lo stesso capita parlando una lingua. L'errore compiuto crea imbarazzo, tensione, ha un costo emotivo più alto. la parola, l'espressione, il costrutto su cui siete caduti, che una volta ha generato in voi imbarazzo o addirittura senso del ridicolo sarà acquisito una volta e per tutte. Tornerete a commettere altri errori, questo è sicuro, ma non più quello. Quel pezzo di conoscenza è acquisito per sempre.
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Gli errori sono gratuiti, non hanno conseguenze pratiche. Sbagliando si impara. E' sempre vero, da ogni errore, qualunque tipo di errore, c'è sempre un insegnamento da trarre. Il problema è che è normalmente sconsigliabile adottare questo antico principio come metodo di apprendimento. Gli errori costano stress, tempo, denaro, energia. Quasi sempre il valore delle risorse distrutte nell'errore supera di gran lunga quello di quanto appreso. Non conviene scoprire di aver sposato il partner sbagliato dopo dieci anni di matrimonio, come non conviene capire che un certo tipo di investimento fosse errato solo dopo aver perso metà del nostro capitale. Con le lingue no. Il peggio che può capitare è quello di provocare un sorriso, di scatenare una battuta. Niente a cui non si possa sopravvivere. Gli errori che si fanno parlando sono a buon mercato.
Cada fracaso le enseña al hombre algo que necesitaba aprender (Charles Dickens)
Sei tu che stai parlando la loro lingua e non il contrario. Apprenderla è cosa complessa che richiede impegno, tempo ed abilità. Richiede anche un elevato livello di apertura verso il mondo, verso i paesi, e le culture dei popoli che la parlano. Averla imparata, o semplicemente tentare di farlo, è un segno di grande interesse verso di esse. Non può che essere apprezzato.
Ho sempre provato una qualche soggezione verso stranieri che si sforzano di parlare Italiano: sono loro a venirmi incontro e non il contrario.
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I madrelingua sono più bendisposti di quanto si pensi. Ce li immaginiamo come dei severi censori pronti a farsi beffa anche del più piccolo errore che, di sicuro, commetteremo. Ma non è così, o meglio, raramente è così. C'è consapevolezza diffusa di quale sia il livello di complessità nel far propria una lingua straniera. Molto probabilmente i nostri interlocutori stanno essi stessi avendo i medesimi problemi con un'altra lingua. Il nativo sa bene che non può aspettarsi da te la perfezione e raramente te la chiede.
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I nativi son un ottimo termine di paragone per misurare il livello raggiunto. Si può far pratica con propri connazionali o con studenti stranieri di Spagnolo. Quando però si vuole avere un termine di paragone preciso, una misura reale dei propri miglioramenti non c'è nulla che valga quanto una conversazione con un madrelingua.
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Chi non parla Castigliano in Spagna è fregato. Non c'è speranza; sopravvivere con l'Inglese in terra Iberica è impossibile, si fa fatica persino a comprare il biglietto del bus. Conviene utilizzare alla meglio quello che, per quanto poco, si sa, anche magari a costo di parlare con i verbi all'infinito. Per l'estetica del linguaggio ci sarà tempo e modo.
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La lingua la si apprende per comunicare se non si comunica è inutile apprenderla. E' forse una ovvietà, ma è forse la più consistente delle ragioni per vincere ritrosie e timidezze. La lingua è uno strumento con un proposito. Se non lo si utilizza allora si sono consumate risorse per acquisire qualcosa che non serve.
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E' più facile far buona impressione. Quando arriva il giorno in cui finalmente sei fluente, quando non sarà più necessario buttare via nessuna delle proprie idee ed argomentazioni le conoscenze acquisite diventeranno uno strumento formidabile per dare una buona impressione di se stessi. E' molto gratificante e finalmente si inizia ad essere ripagati di tutti sforzi fatti.